Freitag, 04. März 2016 14:41

Conferenza Stampa - Il Largo Fronte del NO all’aeroporto di Bolzano

04-03-2016 - Dannoso, troppo caro, inutile e anacronistico: guidati dal „Dachverband für Natur- und Umweltschutz“, “Alpenverein“, „Heimatpflegeverband“, l‘associazione „Ambiente e Salute“, „Südtiroler Schützenbund“ e altre iniziative locali si sono mobilitate contro l’aeroporto di Bolzano. Oggi (4 marzo) hanno presentato il loro comitato „no-airport.bz“ e una serie di argomenti che suggeriscono fortemente di votare „No“ nel referendum del 12 giugno p.v.

È lunga lista degli argomenti contro una ripresa dei voli di linea all’aeroporto di Bolzano, presentata oggi nella sede centrale dell’Alpenverein a Bolzano sud. Si citano motivazioni di carattere ecologico, politico-democratico, economico e tecnico, rilevando però in primis l’enorme peso che - con la ripresa e il potenziamento del traffico aereo - verrebbe a gravare sull’ambiente e sugli abitanti di una zona “già molto colpita dall’inquinamento ambientale”.


A destare preoccupazione sono soprattutto l’inquinamento acustico e le emissioni di CO2- e di Ossido di Azoto emanate da almeno un decollo e un atterraggio ogni 10 minuti. „È scientificamente dimostrato, che i residenti in prossimità di un aeroporto presentano una maggiore incidenza di malattie cardio-vascolari e ipertensione arteriosa e sono esposti a un maggiore rischio di infarto e di ictus“ dice Klauspeter Dissinger, Presidente del “Dachverband für Natur- und Umweltschutz”. L’emissione di CO2-Ausstoß per passeggero e per chilometro nei viaggi aerei è tre volte superiore rispetto all’automobile, 10 volte superiore rispetto al treno e addirittura 20 volte maggiore rispetto a un passeggero arrivato in pullman. Dissinger per questo auspica una politica dei trasporti orientata al futuro, che punti e investa sul traffico ferroviario.


Georg Simeoni, Presidente dell’Alpenverein, l‘associazione altoatesina con il maggior numero di soci, ha portato all’attenzione anche l’argomento del peso finanziario con cui l’aeroporto graverebbe sulla spesa pubblica. Finora l’aeroporto è già costato 120 milioni di Euro ai contribuenti altoatesini e da qui al 2035 questa cifra arriverebbe a un totale di 204 milioni di Euro.

 

Anche per Argante Brancalion di „Ambiente & Salute“ l’aeroporto è troppo caro e ci tiene a sottolineare che con cifre del genere si possono pagare oltre 500 infermieri e 200 medici per i prossimi dieci anni, si riesce a elettrificare la linea ferroviaria della Val Venosta, oppure realizzare quella per l’Oltradige. La sua conclusione: „L’aeroporto è un’opera inutile, troppo cara, dannosa e pericolosa.“


Al centro dell’argomentazione di oggi anche il problema della scarsa credibilità delle promesse della politica, che continua a usare la “strategia del salame”. I dati su cui si basa il piano di sviluppo dell’aeroporto sarebbero, infatti, puramente ipotetici. „Lo screening ambientale della società aeroportuale consiste in 70 pagine di opinioni, ipotesi e supposizioni e mancano invece dei rilevamenti inequivocabili”, afferma Christoph von Elzenbaum dell’associazione “Arbeitsgemeinschaft Lebenswertes Unterland”.


Il rappresentante dei residenti della zona aeroportuale Sepp Bacher ha richiamato l’attenzione sui rischi per la salute: fino al 2020 nel corridoio di volo si creerebbe un inquinamento aggiuntivo derivante dalla combustione di 1,36 milioni di chili di cherosene. “Ciò equivale a 220.000 camion aggiuntivi sulla tratta autostradale fra Bolzano e Salorno“, così il paragone di von Elzenbaum.


Peter Ortner, Presidente del „Heimatpflegeverband“, ha ricordato il danno d’immagine che subirebbe il turismo in Alto Adige. „Noi pubblicizziamo l’Alto Adige come luogo di pace e salute, in cui regnano relax, ricreazione e sport“, dice Ortner e aggiunge “tutto questo è incompatibile con le problematiche di inquinamento dell’aeroporto, che quindi significherebbe la fine di questo tipo di turismo.”


Heinrich Seyr, comandante degli Schützen fa notare: „Solo la politica è capace di sostenere con i soldi dei contribuenti un progetto, che senza i finanziamenti pubblici sarebbe destinato a fallire.” Dunque anche lo “Schützenbund“ insieme agli altri del comitato si dichiara contrario all’aeroporto.


Georg Simeoni ha concluso chiedendo a tutti i cittadini chiamati alle urne di porsi solo una domanda: “Mi serve questo aeroporto?“

 

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da sinistra: Heinrich Seyr (Schützenbund), Argante Brancalion (Ambiente&Salute), Klauspeter Dissinger (Dachverband für Natur- und Umweltschutz), Georg Simeoni (Alpenverein), Peter Ortner (Heimatpflegeverband), Christoph von Elzenbaum (Arbeitsgemeinschaft Lebenswertes Unterland), Sepp Bacher (per i confinanti interessati)

 

In allegato le argomentazioni per il NO

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