„Obwohl weite Teile der Bevölkerung bereits seit Jahren unter der Last des Massentourismus stöhnen, konzentriert sich die Tourismusindustrie nach wie vor auf Wachstum und noch einmal Wachstum,“ kritisiert Josef Oberhofer, Präsident des Dachverbandes für Natur und Umweltschutz die touristische Entwicklung in unserem Land. Ob die Grenzen des Erträglichen erreicht sind, dürfen nicht die Tourismustreibenden bestimmen, sondern ist von der ansässigen Bevölkerung zu definieren.
Seit Jahren versuchen Kritiker des ausufernden Massentourismus der Tourismusindustrie klarzumachen, dass Südtirols Tourismus Gefahr läuft, die gesellschaftliche Akzeptanz zu verlieren. Mit dem gesetzlich definierten Bettenstopp wurde zwar ein erstes Zeichen der Eindämmung gesetzt, aber was nützt das, wenn die IDM nach wie vor massiv viele Millionen Euro in die Destinationswerbung steckt. „Südtirols Tourismuswerbung tritt im In- und Ausland extrem aggressiv auf und das zeigt Wirkung,“ kommentiert der Geschäftsführer des Dachverbandes Hanspeter Staffler die neuesten Tourismuszahlen.
„Während Vertreter der Tourismusindustrie noch viel Wachstumspotential sehen, weil die Betriebe noch nicht zur Gänze ausgelastet seien, sehen wir die Entwicklung differenzierter,“ sagt Staffler. Ob das Land noch zusätzlichen Nächtigungen vertragen würde, entscheidet sich nicht an den leeren und noch zu füllenden Betten, sondern an den verstopften Straßen und Innenstädten, der oftmals knappen Trinkwasserversorgung und an den davongaloppierenden Wohnungspreisen.
„Straßenverkehr, Trinkwasserversorgung, Wohnungspreise und die Geduld der Ansässigen haben Grenzen, diese Grenzen hat Südtirols Tourismusindustrie ausgereizt,“ sind sich Josef Oberhofer und Hanspeter Staffler einig. Jetzt geht es darum, dringend Dampf aus dem Tourismuskochtopf abzulassen.
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Gli ultimi dati sul turismo: due facce della stessa medaglia
I dati sul turismo pubblicati recentemente hanno fatto giubilare i rappresentanti dell'industria turistica. Otto milioni di arrivi e oltre 36 milioni di pernottamenti nel 2023 sono l'espressione di un turismo di massa che, oltre all'inondazione di denaro per le imprese turistiche, ha anche degli aspetti negativi per la popolazione locale.
"Nonostante ampie fasce della popolazione stiano soffrendo da anni per il peso del turismo di massa, l'industria del turismo continua a puntare sulla crescita e ancora sulla crescita", afferma Josef Oberhofer, presidente della Federazione Ambientalisti Alto Adige, criticando lo sviluppo del turismo nel nostro Paese. I limiti della tollerabilità non possono e non devono essere determinati dall'industria del turismo, ma dalla popolazione locale.
Da anni i critici del turismo di massa dilagante cercano di far capire all'industria turistica che l'Alto Adige il rischio di perdere il consenso e l’accettazione della popolazione. Pur essendo un primo segnale di contenimento partito con il regolamento dei posti letto definito per legge, ciò non serve se l'IDM continua a investire milioni di euro nella pubblicità sulla destinazione Alto Adige. "La pubblicità turistica dell'Alto Adige è estremamente aggressiva sia in nel nostro paese che all'estero, e produce notabile effetto", commenta Hanspeter Staffler, direttore della Federazione, in merito agli ultimi dati sul turismo.
"Mentre i rappresentanti dell'industria turistica vedono ancora un grande potenziale di crescita, affermando che le imprese turistiche avrebbero ancora disponibilità di letti, questo noi lo vediamo in modo più differenziato", afferma Staffler. La capacità del Paese di far fronte all’afflusso di ulteriori turisti non è determinata dal numero di letti vuoti e di letti ancora da riempire, ma dalle strade congestionate dal traffico, dai centri urbani sovraffollati, dall'approvvigionamento di acqua potabile, spesso scarso, e dai prezzi galoppanti per gli immobili e gli affitti delle case.
"Il traffico stradale, l'approvvigionamento di acqua potabile, i prezzi delle abitazioni e la pazienza degli abitanti hanno raggiunto e superato il limite massimo di accettabilità e compatibilità.", concordano Josef Oberhofer e Hanspeter Staffler. È ora di fermarsi e di ripensare l’industria turistica nel Sudtirolo.