Zum heutigen Zeitpunkt ist von Kosten um 85 Millionen Euro die Rede, die vom Staat und damit von den Steuerzahlern bezahlt werden sollen, aber es ist vorhersehbar, dass es nicht bei diesen Kosten bleiben wird. Die letzte Gelegenheit, den Olympischen Winterspielen einen Hauch von Nachhaltigkeit zu verleihen, wurde vertan, ebenso die Chance, den Empfehlungen der Agenda 2020+ 5 des IOC und den Erklärungen im Kandidatur-Dossier gerecht zu werden.
Das Versäumnis der Organisatoren - sowie der Politiker:innen -, die wesentlich kostengünstigere Alternative der Bobbahn Innsbruck ernsthaft in Betracht zu ziehen, ist nach Ansicht der Internationalen Alpenschutzkommission CIPRA und des Dachverbandes für Natur- und Umweltschutz/CIPRA Südtirol ein schwerer Fehler. Mit den eingesparten Millionen für den Bau der Bobbahn hätten den Berggemeinden des Belluneser Gebietes viele nachhaltige Leistungen angeboten werden können. Die Erfahrungen aus der Vergangenheit lehren, allen voran jene von Turin 2006 mit der nach wenigen Jahren aufgegebenen Cesana-Strecke, dass Bauten, die ausschließlich für einzelne Sportereignisse errichtet werden, effektiv nur für die kurze Dauer dieser Veranstaltungen genutzt werden.
„Auch wenn wir die Entscheidung der Organisatoren zu schätzen wissen, wonach vor einigen Wochen das Projekt der Eishalle in Baselga di Pinè fallen gelassen wurde, das für diesen kleinen Bergort zu eindeutig groß und zu kostspielig war können wir über die Entscheidung der Politiker und Organisatoren bezüglich Bobbahn nur unsere Enttäuschung kundtun. Diese Entscheidung ist gefallen, obwohl die Organisatoren im Dossier der Kandidatur erklärt hatten, dass Cortina bereits über eine Bobbahn verfüge. Nun wird die 1956 errichtete Bahn abgerissen und vollkommen neu aufgebaut“, erklären die Verbände in einer gemeinsamen Aussendung.
Ein weiteres Projekt, das vom Präsidium angekündigt wurde, betrifft das olympische Dorf von Cortina. Nach Angaben der Organisatoren soll dieses zwar in Containern errichtet werden, die nach Ende der Veranstaltung wieder entfernt werden sollen, aber es soll nicht mehr in Fiames entstehen, sondern in Campo, ebenfalls in Cortina. Der Gedanke an eine vorübergehende, wieder abbaubare Infrastruktur ist zwar zu begrüßen, jedoch wird der Standort Campo als ungeeignet angesehen, da trotz des zeitweiligen Charakters des Olympischen Dorfs entsprechende Infrastrukturen errichtet werden müssen, was mit der landschaftlichen und ökologischen Besonderheit des Gebiets unvereinbar ist.
Die Piana di Campo ist ein ökologisch und naturalistisch wertvolles Gebiet, in dem mehrere vom Aussterben bedrohte Pflanzen und Tiere vorkommen. Aufgrund seiner hydrogeologischen Beschaffenheit würde jeder Infrastruktureingriff das empfindliche Gleichgewicht unwiderruflich zerstören. Die Beherbergung der Athlet:innen für die wenigen Wochen des olympischen Ereignisses erfordern notwendige Strukturen, die nicht mehr entfernt werden können (Fundamente, Kanalisationsstrukturen, Strom- und Gassysteme), und die dadurch diese Ebene von großem ökologischen, historischen und landschaftlichen Wert, die keine andere Bestimmung als die landwirtschaftliche Nutzung haben kann, irreversiblen Schaden zufügen.
Neben den oben genannten sind weitere Anlagen und Straßeninfrastrukturen in Planung. Das Vorgehen der Organisatoren macht stutzig: das Fehlen einer Strategie und eines Zeitplans kann zwar zu Verzögerungen und Ressourcenverschwendung führen, jedoch birgt das Fehlen einer umfassenden strategischen Umweltverträglichkeitsprüfung für die geplanten Projekte und die damit zusammenhängenden Arbeiten – ein Verfahren, das derzeit noch nicht einmal eingeleitet ist – die Gefahr, dass ein empfindliches Gebiet wie diese Berglandschaft irreversible Schäden erleiden wird.
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Comunicato stampa congiunto di CIPRA Italia, della Federazione Ambientalisti Alto Adige e Club Alpino Italiano CAI, Federazione Nazionale Pro Natura, Federparchi e Mountain Wilderness sulla pista di bob ed il villaggio olimpico di Cortina
La pista da bob è una scelta sbagliata.
Poco opportuna la collocazione del villaggio olimpico di Cortina. Con l’annuncio dato al termine della riunione della cabina di regia sulle Olimpiadi 2026 del 27 febbraio dai Ministri Salvini e Abodi, dai presidenti di Regione Lombardia e Veneto Fontana e Zaia, nonché dal Presidente del CONI Malagò e dall’AD Sant’Andrea, che la pista da bob si farà a Cortina ad ogni costo (per il momento si parla di 85 milioni di euro, a carico dello Stato, e quindi di tutti gli italiani, ma è facile prevedere una ulteriore lievitazione), viene a cadere l’ultima opportunità di dare alle Olimpiadi invernali un tocco di sostenibilità.
Con questa decisione si rinuncia inoltre alla coerenza con le raccomandazioni contenute nell’Agenda 2020+5 del CIO e a quanto dichiarato nel dossier di candidatura. Non aver voluto prendere seriamente in considerazione da parte degli
organizzatori - e della politica - l’alternativa disponibile e molto meno dispendiosa di Innsbruck è un grave errore secondo la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi CIPRA, Club Alpino Italiano CAI, Federazione Nazionale Pro Natura, Federparchi e Mountain Wilderness.
Quanti servizi alle comunità montane del Bellunese si sarebbero potuti offrire con i milioni risparmiati per costruire una pista che - come insegnano le esperienze passate, prima fra tutte quella di Torino 2006 con la pista di Cesana abbandonata dopo pochi anni - sarà utilizzata per pochi giorni da pochi atleti?
“Se avevamo apprezzato la scelta degli organizzatori che poche settimane fa avevano saggiamente abbandonato il progetto del palazzo del ghiaccio coperto di Baselga di Pinè, un progetto troppo grande e dispendioso per una piccola località montana, - dichiarano le scriventi associazioni - non possiamo non dirci contrariati da questa decisione assunta da politici e
organizzatori che, dopo aver fatto credere nel dossier di candidatura che Cortina disponesse già di una pista da bob, si ostinano a volerla ricostruire demolendo i resti di quella utilizzata nel 1956”.
Un altro progetto annunciato dalla cabina di regia riguarda il villaggio olimpico di Cortina che nelle dichiarazioni degli organizzatori verrà realizzato mediante container che saranno rimossi a conclusione dell’evento, non più in località Fiames ma in località Campo, sempre a Cortina. Se da un lato è da cogliere positivamente l’idea di una infrastruttura provvisoria rimovibile, dall’altro si ritiene poco opportuna questa collocazione in quanto, nonostante la temporaneità, ogni
trasformazione risulterebbe comunque incompatibile con le caratteristiche dell’area. Anche comprendendo l’esigenza di dover ospitare gli atleti, ammesso che le varie migliaia di posti letto degli alberghi di Cortina non siano sufficienti, la scelta della Piana di Campo pare piuttosto infelice: essa è infatti un’area a valenze ambientali e naturalistiche di pregio, dalla presenza di
diverse specie in via di estinzione. Per le sue dinamiche idrogeologiche ogni intervento di natura infrastrutturale altererebbe irreversibilmente i delicati equilibri. Per ospitare gli atleti per le poche settimane dell’evento olimpico, con tutte le strutture necessarie non rimovibili (fondamenta, strutture fognarie, impiantistica elettrica e gas) si recherebbero danni irreversibili ad una Piana dal grande valore ambientale, storico, paesaggistico e che non può avere altra destinazione se non
quella agricola.
Oltre a quelli di cui sopra, ci sono altri impianti e infrastrutture viabilistiche in fase di progettazione. Il modo di procedere degli organizzatori lascia perplessi: se l’assenza di una strategia e di un vero e proprio cronoprogramma potranno comportare ritardi e dispendio di risorse, l’assenza di una Valutazione Ambientale Strategica complessiva per i progetti e le opere connesse - procedura che al momento non risulta essere stata nemmeno avviata – rischia di creare danni irreversibili ad un
territorio fragile come quello montano.