Freitag, 10. März 2023 08:04

UW-Verbände - PM Cunfinböden und Langkofelgruppe unter Schutz! | CS I Piani di Cunfin e il Gruppo del Sassolungo sotto tutela!

Gemeinsame Medienmitteilung der Initiativgruppe Nosc Cunfin, Lia da Mont , Lia per Natura y Usanzes,  Alpenverein Südtirol, Dachverband für Natur und Umweltschutz, Tutela Ambiente Montano - CAI und Heimatpflegeverband zum Treffen mit  mit Landesrätin Hochgruber Kuenzer


Treffen mit Landesrätin Hochgruber Kuenzer: „Cunfinböden und Langkofelgruppe müssen endlich unter Schutz gestellt werden“

Gestern haben sich Vertreter der Umwelt- und Landschaftsschutzorganisationen und auch einzelne Repräsentanten der Wirtschaft aus den betroffenen Gebieten mit Landesrätin Maria Hochgruber Kuenzer zu einem Austausch zu den Cunfinböden getroffen. Dabei haben sie ihren Appell erneuert: „Die Langkofelgruppe mit den Cunfinböden muss endlich unter Schutz gestellt werden.“ (testo ital. sottostante)

Die Langkofelgruppe liegt zwischen Sellaronda und Seiser Alm inmitten eines der touristisch und vor allem skitechnisch höchsterschlossenen Gebiete Südtirols. Die Langkofelgruppe selbst mit den Cunfinböden stellt eine erholsame Ausnahme dar. Hier entspringen die Quellen für die Ortschaften St. Ulrich, Überwasser und Runggaditsch; das landschaftlich abwechslungsreiche Gebiet ist reich an Biodiversität und ein ökologisch wichtiger und seltener Rückzugsort für Flora und Fauna. Es finden zahlreiche auch stark gefährdete Vogelarten einen Brutplatz, die umliegenden Wälder sind Ruhezonen für Natur und Mensch.

Seit über 40 Jahren unter Erschließungsdruck
Den Erschließungsdruck auf das Gebiet gibt es bereits seit mehr 40 Jahre alt; bereits damals setzte sich die Bevölkerung wirksam gegen den Bau von Skiliften auf die Cunfinböden ein. Aber angesichts des boomenden Tourismus und nicht zuletzt der rekordverdächtigen auslaufenden Wintersaison ist der Druck auf dieses gering erschlossene Gebiet bleibend hoch. Eine geplante Verbindung der Skizonen Seiser Alm und Monte Pana mit einer Eisenbahn oder einer Seilbahn, der Ausbau und die Potenzierung der Seilbahn auf die Langkofelscharte und verschiedene Studien zur Erschließung der Langkofelgruppe mit Seilbahnen liegen in unterschiedlichen Entwicklungsstufen in den Schubladen zur Umsetzung bereit. Dabei sollte neben dem Klimaplan 2040 gerade der heurige schneearme Winter und die Erfahrungen mit Wasserknappheit aus dem vergangenen Jahren Argument genug sein, vom Ausbau von Skigebieten abzusehen.

Forderung: Unterschutzstellung noch in dieser Legislaturperiode einleiten
Um den Verbauungsplänen mit einem klaren Nein zu begegnen, fordern die Umweltverbände seit über 40 Jahren den Schutz des Langkofelgebietes, den sie beim heutigen Austausch mit der zuständigen Landesrätin Maria Hochgruber Kuenzer noch einmal unterstrichen haben. Ein anwesender Hotelier hat es auf den Punkt gebracht: „Wir wollen, dass das Gebiet so bleibt, wie Gott es uns geschenkt hat.“
Eine Unterschutzstellung sollte bereits eine logische Konsequenz des Klimaplans sein, der betont, wie wichtig der Schutz naturbelassener Gebiete für die Erreichung der Klimaziele ist. So hat auch die Landesrätin im Rahmen des Treffens beteuert, dass „der Landesregierung die Unterschutzstellung ein Anliegen ist.“ Forderte aber gleichzeitig, „dass dafür vor Ort Mehrheiten geschaffen werden müssen.“ Diese hatte es eigentlich schon geben: Die Gemeindeverwaltungen von St. Ulrich, St. Christina und Wolkenstein haben zwischen 2010 und 2013 die Unterschutzstellung der Langkofelgruppe mit den Cunfinböden befürwortet und im Rahmen von einer Unterschriftaktionen wurden 3000 Unterschriften für den Schutz der Langkofelgruppe gesammelt. Eine Eingliederung der Langkofelgruppe mit den Cunfinböden in einen Naturpark ist damit längst überfällig.

Daher wollen sich die beteiligten Gruppen nicht mit einem mündlichen Bekenntnis zur Unversehrtheit des Gebietes, wie es in Vergangenheit mehrmals beteuert wurde, begnügen, sondern fordern die Landesregierung auf, noch in dieser Legislaturperiode die Unterschutzstellung konkret in die Wege zu leiten. Mit der Aufnahme des Langkofelgebietes in ein Schutzgebiet wäre auch ein wichtiger Schritt Richtung Erfüllung des Strategiepapiers zur Nachhaltigkeit der Landesregierung getan, das gemäß des 30X30-Ziels des UN-Biodiversitätsrates, einen Schutz von mindestens 30 Prozent der Landesoberfläche vorsieht. In Südtirol fehlen dazu immerhin noch 9 Prozent.

Foto XX kl

Comunicato stampa congiunto del  gruppo Nosc Cunfin, Lia per Natura y Usanzes, Lia da Mont,  Alpenverein, Heimatpflegeverband Sudtirol, Club Alpino Italiano, Vereinigung Südtiroler Biologen, Mountain Wilderness e Lega Climate Action Sudtirolo sull'incontro con l’assessora provinciale Hochgruber Kuenzer


Incontro con l’assessora Provinciale Hochgruber Kuenzer: “I Piani di Cunfin e il Gruppo del Sassolungo devono essere finalmente posti sotto tutela”

Ieri i rappresentanti delle organizzazioni di tutela dell’ambiente e del paesaggio e alcuni rappresentanti dell’economia si sono incontrati con la Consigliera Provinciale Maria Hochgruber Kuenzer, per uno scambio di idee riguardante i Piani di Cunfin. In questa occasione hanno rinnovato il loro appello: “Il Gruppo del Sassolungo ed i Piani di Cunfin devono essere finalmente posti sotto tutela”.

Il gruppo del Sassolungo, tra la Sellaronda e l’Alpe di Siusi, si trova nel mezzo di uno degli ambiti del Sudtirolo più sfruttati dal punto di vista turistico e soprattutto sciistico. Il gruppo del Sassolungo stesso, con i Piani di Cunfin, rappresenta una eccezione ricreativa. Qui sgorgano le sorgenti che forniscono le località di Ortisei, Oltretorrente e Roncadizza; il variegato ambiente paesaggistico è ricco di biodiversità e dal punto di vista ecologico è un raro ed importante rifugio per la flora e la fauna. Inoltre molti tipi di uccelli a grande rischio trovano qui un luogo per la cova, e i boschi circostanti sono zone di tranquillità per la natura e gli uomini.

Da più di 40 anni sotto la pressione dello sfruttamento
La pressione tendente allo sfruttamento della zona è in atto da più di 40 anni e la popolazione si impegna da allora contro la costruzione di impianti di collegamento nella zona dei Plai di Cunfin. Tuttavia a causa del boom del turismo e, non ultima cosa, della corrente stagione invernale quasi da record, la pressione su questa zona ancora poco sfruttata resta alta. Il progettato collegamento tra le zone sciistiche dell’Alpe di Siusi e del Monte Pana con una ferrovia o funivia, l’ampliamento e potenziamento della funivia sulla forcella del Sassolungo e vari studi sullo sfruttamento del gruppo del Sassolungo con funivie, in grado variabile di sviluppo, sono pronti per la realizzazione. A questo proposito tuttavia, oltre al Piano per il Clima 2040, l’attuale scarsità di neve di questo inverno e le esperienze riguardanti la carenza di acqua degli anni passati dovrebbero essere argomenti sufficienti a desistere dall’ampliamento degli ambiti sciistici.

Richiesta: introdurre la tutela della zona ora, in questo periodo legislativo.
Per dire un chiaro no ai progetti di sviluppo, le associazioni per la tutela dell’ambiente chiedono già da più di 40 anni la messa sotto tutela dell’ambito del Sassolungo, come hanno sottolineato ancora una volta nell’odierno incontro con l’assessora Consigliera Provinciale Maria Hochgruber Kuenzer. Un albergatore presente ha dichiarato “vogliamo che questo ambiente resti così, come Dio ce lo ha regalato”.
La messa sotto tutela ambientale dovrebbe d’altronde essere la logica conseguenza del Piano per il Clima, che sottolinea quanto sia importante la protezione degli ambienti naturali ai fini del raggiungimento dell’obiettivo climatico. Anche la Consigliera Provinciale, nell’ambito dell’incontro, ha dichiarato che “per il governo provinciale la messa sotto tutela è un argomento da trattare”. Contemporaneamente però ha dichiarato “che a questo scopo bisogna giungere ad un accordo con le maggioranze locali”. Questo è in realtà già accaduto, le amministrazioni comunali di Ortisei, S. Cristina e Selva tra il 2010 ed il 2013 hanno appoggiato la messa sotto tutela del gruppo del Sassolungo con i Piani di Cunfin, e nell’ambito di una raccolta firme sono state raccolte nel 2020 3000 firme a favore della tutela del gruppo del Sassolungo. È quindi da tempo atteso l’inserimento del gruppo del Sassolungo e dei Piani di Cunfin in un parco naturale.

I gruppi interessati non si accontentano più di un riconoscimento orale dell’integrità del territorio, quale è stato dato più volte nel passato, ma chiedono al Governo Provinciale di porre concretamente in atto la messa sotto tutela, ora, durante questa legislatura. Con l’inserimento dell’ambito del Sassolungo in ambiente protetto, si farebbe anche un importante passo avanti verso l’adempimento di quanto dichiarato nei documenti strategici per la sostenibilità del governo provinciale, che secondo gli obiettivi 30 x 30 dei tassi di biodiversità delle Nazioni Unite prevedono la tutela di almeno il 30% della superficie della Provincia. Per raggiungere l’obiettivo, nel Sudtirolo manca ancora il 9 %.