Montag, 20. Februar 2023 08:41

UW-Verbände - PM Cabrio-Seilbahn darf nicht Schule machen | CS Che la funivia cabrio non crei un precedente!

Medienmitteilung von Mountain Wilderness, Dachverband für Natur- und Umweltschutz, AVS, CAI und Heimatpflegeverband Südtirol zum gemeinsamen gerichtlichen Vorgehen gegen die Tierser Seilbahn

Cabrio-Seilbahn darf nicht Schule machen

Südtirols Umwelt- und Bergsportvereine gehen gerichtlich gegen die Tierser Seilbahn vor. Die fünf Vereine fechten jenen Akt vor dem Bozner Verwaltungsgericht an, mit dem die knapp 1.000 Kubik illegal gebaute Kubatur saniert wurde. Denn der für die Tierser Seilbahn angewandte Trick dürfe landauf landab nicht Schule machen, so Mountain Wilderness, Dachverband für Natur- und Umweltschutz, AVS, CAI und Heimatpflegeverband. (testo ital. sottostante)

Die Vorgeschichte ist bekannt: Damit der Bau der Bahn auf die Frommer Alm überhaupt möglich war, mussten die privaten Investoren eine landschaftsrechtliche Genehmigung einholen – und zwar vor Baubeginn. In der Bauphase wurde aus der einfachen Seilbahn eine Cabrio-Bahn, weshalb an der Tal- und Bergstation insgesamt 973 Kubikmeter mehr ohne Genehmigung errichtet wurden und weiterer Boden versiegelt wurde – mit der entsprechenden zusätzlichen Beeinträchtigung der einzigartigen und fragilen Landschaft am Fuße des Rosengartens.
Das Gesetz für Raum- und Landschaft sieht – wie im übrigen Italien – vor, dass landschaftsrechtliche Genehmigungen im Nachhinein nicht ausgestellt werden können. Ohne landschaftsrechtliche Genehmigungen muss der ursprüngliche Zustand wiederhergestellt werden. Daher haben sich private Investoren, Gemeinden und Land auf einen Trick geeinigt: Bauvolumen wurde unzugänglich gemacht, womit das effektiv nutzbare Volumen wieder der Genehmigung entsprach, so als ob das Landschaftsbild nicht zusätzlich beeinträchtigt worden wäre.

Südtirols Umwelt- und Bergsportvereine fürchten jetzt, dass dieser Trick Schule macht – und wenden sich daher gemeinsam an das Verwaltungsgericht. Denn die ursprüngliche Landschaft wird nicht wiederhergestellt, indem Volumen aufgefüllt und verschlossen wird. Würde diese Praxis in Zukunft im ganzen Land angewandt, so würde manch einer wohl so bauen, wie er bzw. sie will. Und falls das Bauvergehen entdeckt werden würde, einfach einige Räume verschließen.

Mountain Wilderness, Dachverband für Natur- und Umweltschutz, AVS, CAI und Heimatpflegeverband ersuchen das Gericht aber auch die Frage zu klären, wo das von der Landesregierung ursprünglich an den Bau der Seilbahn geknüpfte Mobilitätskonzept für den Nigerpass bleibt. Das Konzept wurde bis dato nicht erarbeitet, geschweige denn umgesetzt. So wollte man den Nigerpass vom touristischen, motorisierten Individualverkehr entlasten. Die Seilbahn dagegen wurde bereits gebaut, und zwar sogar in größerem Umfang als ursprünglich genehmigt. Es wird Sache des Gerichts sein, zu entscheiden, ob das, was getan wurde, rechtmäßig ist oder nicht.

Die Verbände appellieren an interessierte Bürger*innen, diese Klage zu unterstützen, und bieten die Möglichkeit an, sich mit einer Spende an einen der Verbände an der Klage zu beteiligen, wobei sie auch daran erinnern, dass diese Seilbahn mit einem nicht rückzahlbaren Beitrag von 11,3 Millionen Euro aus öffentlichen Mitteln finanziert wurde.

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Comunicato stampa di Mountain Wilderness, Federazione Ambientalisti Alto Adige, AVS, CAI e Heimatpflegeverband Südtirol sull'azione legale congiunta contro la funivia di Tiers

Che la funivia cabrio non crei un precedente!

Le associazioni ambientaliste e alpinistiche dell'Alto Adige hanno avviato un'azione legale contro la funivia di Tires. Le cinque associazioni impugnano davanti al Tribunale amministrativo di Bolzano l'atto che ha sanato i quasi 1.000 m3 di cubatura costruiti illegalmente. Secondo Mountain Wilderness, Dachverband, AVS, CAI e Heimatpflegeverband, l'escamotage utilizzato per sanare le difformità della funivia di Tires non dovrebbe essere mai più ripetuto in Provincia di Bolzano.

I retroscena sono noti: per permettere la costruzione della funivia Tires-malga Frommer, la Tierser Seilbahn avrebbe dovuto richiedere e ottenere l'autorizzazione paesaggistica ai sensi della legge provinciale territorio e paesaggio - prima dell'inizio dei lavori. Al contrario, durante la fase di costruzione, la classica funivia si è trasformata in una funivia cabrio. Le stazioni di valle e di monte sono state modificate per permettere l'accesso al tetto della cabina, costruendo 973 m3 in più rispetto al progetto autorizzato e impattando così ulteriormente il pregiato paesaggio ai piedi del Catinaccio.

La legge provinciale territorio e paesaggio stabilisce - come nel resto d'Italia - che le autorizzazioni paesaggistiche non possono essere rilasciate retroattivamente. In assenza di autorizzazione paesaggistica, è necessario ripristinare lo stato originario dei luoghi. La Tierser Seilbahn, i comuni e la Provincia si sono accordati su una procedura bizzarra: alcune parti degli edifici sono state rese inaccessibili, per compensare la volumetria costruita in eccesso, come se queste non impattassero sul paesaggio.

Le associazioni ambientaliste e alpinistiche dell'Alto Adige temono che questo modus operandi diventi la prassi, per questo si rivolgono congiuntamente al Tribunale Amministrativo. Infatti, il paesaggio originale non viene ripristinato semplicemente rendendo inaccessibili una parte degli edifici! Se in futuro questa pratica venisse applicata in tutta la Provincia, probabilmente si verificherebbe una edificazione selvaggia e, qualora il reato venisse scoperto, sarebbe sufficiente rendere inaccessibili alcuni volumi.

Mountain Wilderness, Dachverband, AVS, CAI e Heimatpflegeverband vorrebbero inoltre chiarire il tema relativo al progetto di mobilità del Passo Nigra, originariamente prescritto dal Comitato Ambientale per l'autorizzazione del progetto, con l'obiettivo di sgravare il Passo Nigra dal traffico turistico e motorizzato individuale. Il progetto di mobilità però non è ancora stato sviluppato, né tantomeno implementato, la funivia al contrario è già stata costruita, anche più grande di quanto inizialmente autorizzato. Sarà il Tribunale a stabilire se quanto è stato fatto è lecito o no.

Le associazioni lanciano un appello alle cittadine e ai cittadini interessate/i a sostenere questa causa, offrendo la possibilità di contribuire all'azione legale, mediante una donazione a una delle associazioni, ricordando inoltre che questo impianto di risalita è stato pagato con un contributo a fondo perduto di 11.3 milioni di euro di fondi pubblici.