Über 460 Seiten umfasst der Entwurf des neuen Mobilitätsplans. Aber trotz des hohen Anteils des Verkehrs an den Treibhausgasemissionen in Südtirol stecken die geplanten Maßnahmen nicht klar ab, wie die Klimaneutralität bis 2040 tatsächlich erreicht werden soll. „Viele Maßnahmen sind nur auf 2035 angelegt. So sollen die CO2-Emissionen bis dahin um 27 Prozent durch Dekarbonisierung und Förderung des Personennahverkehrs sinken. Das hieße, dass fünf Jahre vor dem Klimaneutralitätsziel 2040 noch 73 Prozent der CO2-Emissionen verbleiben“, so Claudia Plaikner, Obfrau des Heimatpflegeverbandes Südtirol. Wie mit dem steigenden Transitverkehr – erwartet wird beim Güterverkehr auf Straße und Schiene ein Plus von 30 Prozent auf der Brennerachse bis 2040 – umzugehen ist und wie eine Reduzierung des Verkehrsvolumens im Detail erfolgen soll, bleibt der Mobilitätsplan schuldig.
Dekarbonisierung reicht nicht aus
Im Zentrum des Landesplans für nachhaltige Mobilität stehe die Dekarbonisierung der öffentlichen und privaten Verkehrsmittel, so die beiden Umweltverbände. „Eine nachhaltige Zukunft sei jedoch nicht allein durch den Umstieg auf emissionsarme Fahrzeuge zu erreichen. Aufgrund übergeordneter Rahmenbedingungen wird die KFZ-Flotte erst weit nach 2040 elektrifiziert sein. Zudem verursacht auch Elektro-Mobilität – wenn auch reduziert – Lärm, Klimaschäden und Verschmutzung. Rund ein Drittel des Mikroplastiks in unseren Meeren stammt aus Reifenabrieb. Verkehrsvermeidung muss deshalb in allen Belangen der Verkehrspolitik oberste Priorität haben,“ so Josef Oberhofer, Präsident des Dachverbands für Natur- und Umweltschutz.
Gemeinden in nachhaltiger Mobilität unterstützen
Ein weiterer Knackpunkt ist der motorisierte Individualverkehr innerhalb der Gemeinden, der aktuell 42 Prozent des Verkehrsaufkommens ausmacht. Hier sind laut Mobilitätsplan die Gemeinden in der Verantwortung, mit dem Ausbau von Fuß- und Radwegen und des Öffentlichen Personennahverkehrs wesentliche Verkehrsverminderungen einzuleiten. Aber es gibt zu wenig konkrete Handlungsrichtlinien für die Gemeinden und es fehlt an Koordination. „Es braucht für die Gemeinden klare Konzepte für den Ausbau des Bus- und Fahrradwegenetzes, für zwingende Verkehrsbeschränkung in sensiblen Zonen, für die Dekarbonisierung und logistische Optimierung im urbanen und innerörtlichen Waren-Zustellverkehr und für einen neuen Lärmschutzplan,“ unterstreichen Oberhofer und Plaikner.
Stellungnahmen bis Mitte September möglich
Klimaneutralität bis 2040 ist das gemeinsame Ziel und ist auch im Verkehrssektor erreichbar, sind sich Heimatpflegeverband und Dachverband einig. Daher müsse der Mobilitätsplan konkrete Maßnahmen, sowie klare Leitlinien vorgeben und ausreichende Unterstützung bereitstellen, um dieses Ziel zu erreichen. Bis Mitte September können Bürger*innen, Gemeinden und Verbände nun Stellungnahmen zum Mobilitätsplan abgegeben – auch Heimatpflegeverband und Dachverband werden das tun. Die Bereitschaft zur Mitarbeit und das Engagement der Gemeinden, des Landes und der Bürger*innen sind entscheidend, um die zukünftige Mobilität in Südtirol im Einklang mit den Klimazielen und der Lebensqualität der Bevölkerung zu gestalten. „Der Mobilitätsplan schrammt aktuell am Klimaziel vorbei, wir sehen es als unsere Aufgabe ein Nachbessern einzufordern,“ betonen Plaikner und Oberhofer.
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Comunicato stampa congiunto di Heimatpflegeverband Südtirol e della Federazione Ambientalisti Alto Adige
Il Piano provinciale della mobilità non raggiunge l’obiettivo climatico al 2040
Il settore dei trasporti continua a preoccupare: ad oggi, in Alto Adige il 44% delle emissioni di CO2 proviene dal traffico. A quanto pare, la situazione non cambierà con il nuovo "Piano provinciale della mobilità e della logistica sostenibile", recentemente pubblicato. Secondo una prima dichiarazione dell'Heimatpflegeverband Alto Adige e della Federazione Ambientalisti Alto Adige, il piano è vasto e considerevole, ma non riesce a raggiungere i suoi obiettivi: il Piano della mobilità si concentra principalmente sulla decarbonizzazione, mentre trascura la riduzione del traffico e l'espansione della mobilità sostenibile.
La bozza del nuovo Piano della mobilità conta oltre 460 pagine. Tuttavia, benché in Alto Adige il traffico sia responsabile di una quota molto elevata delle emissioni di gas serra, le misure previste non definiscono chiaramente come si possa effettivamente raggiungere la neutralità climatica entro il 2040. “Molte misure sono fissate solo al 2035. Ad esempio, le emissioni di CO2 dovranno essere ridotte del 27% entro quella data, attraverso la decarbonizzazione e la promozione del trasporto pubblico. Ciò significa che cinque anni prima dell'obiettivo di neutralità climatica del 2040, rimarrebbe ancora il 73% delle emissioni di CO2 da azzerare”, afferma Claudia Plaikner, presidente dell’Heimatpflegeverband Alto Adige. Il Piano della mobilità non spiega come gestire il crescente traffico di transito – entro il 2040 si prevede un aumento del 30% del traffico merci su strada e su rotaia sull'asse del Brennero – e come ridurre nel dettaglio il volume del traffico.
Decarbonizzare non basta
Come hanno evidenziato le due associazioni ambientaliste, la decarbonizzazione del trasporto pubblico e privato è al centro del Piano provinciale della mobilità e della logistica sostenibile. "Tuttavia, non è possibile raggiungere un futuro sostenibile solo con il passaggio a veicoli a basse emissioni. A causa di una serie di condizioni quadro vincolanti, il parco veicoli non potrà essere elettrificato fino a ben oltre il 2040. Inoltre, anche la mobilità elettrica causa rumore, danni al clima e inquinamento, per quanto in misura minore. Circa un terzo della microplastica presente nei nostri oceani proviene dall'usura degli pneumatici. La prevenzione del traffico deve quindi avere la massima priorità in tutti gli aspetti della politica dei trasporti", afferma Josef Oberhofer, Presidente della Federazione Ambientalisti Alto Adige.
Aiutare i Comuni a promuovere una mobilità sostenibile
Un altro punto critico è il trasporto privato motorizzato all'interno dei Comuni, che attualmente rappresenta il 42% del traffico totale. Secondo il Piano della mobilità, spetta ai Comuni la responsabilità di ridurre in modo significativo il traffico, espandendo i percorsi pedonali, le piste ciclabili e il trasporto pubblico locale. Ma le linee guida concrete per l'azione dei Comuni sono troppo poche e il coordinamento è insufficiente. "I Comuni hanno bisogno di strategie e riferimenti chiari per poter espandere la rete di autobus e piste ciclabili, introdurre limitazioni obbligatorie del traffico nelle zone sensibili, decarbonizzare e ottimizzare la logistica del traffico di consegna delle merci nelle città e nei centri urbani e sviluppare un nuovo piano di protezione dal rumore", sottolineano Oberhofer e Plaikner.
È possibile esprimere la propria opinione fino a metà settembre
L’Heimatpflegeverband e la Federazione Ambientalisti Alto Adige sono d’accordo: la neutralità climatica entro il 2040 deve restare l'obiettivo comune ed è un traguardo raggiungibile anche nel settore dei trasporti. Per questo motivo, il Piano della mobilità deve fornire misure concrete, linee guida chiare e un sostegno sufficiente per raggiungere questo obiettivo. Fino a metà settembre la cittadinanza, i Comuni e le associazioni possono esprimere la propria opinione sul Piano della mobilità – anche l'Heimatpflegeverband e la Federazione Ambientalisti Alto Adige lo faranno. Per plasmare una mobilità futura in Alto Adige che risponda agli obiettivi climatici e sappia garantire la qualità di vita della popolazione, la disponibilità a collaborare e l'impegno dei Comuni, della Provincia e della cittadinanza sono fondamentali. "Allo stato attuale, il Piano della mobilità non soddisfa l'obiettivo climatico e riteniamo che sia nostro compito chiedere di migliorarlo", ribadiscono Plaikner e Oberhofer.