Damit Skifahren in Zukunft nachhaltig werden kann, muss jetzt umgedacht werden. Dabei sollte dies gerade bei den Skianlagenbetreibern eine Selbstverständlichkeit sein, schließlich schmilzt mit jeden Zehntel Grad Celsius mehr ihr Geschäftsmodell dahin.
Bereits heute umschließt der Verbund Dolomiti Superski dreimal so viele Pistenkilometer (1500!), als Südtirol beschilderte Radrouten hat. Die Kapazität der Liftanlagen in Südtirol ist ausreichend, um mehr als die gesamte Bevölkerung innerhalb einer Stunde zu befördern. Die Kapazitäten sind daher ausreichend für die Südtiroler*innen und die aktuelle Gästezahl. Eine weitere Intensivierung des Tourismus ist mit Sicherheit nicht nachhaltig und deshalb abzulehnen.
Neue Investitionen dürfen daher nicht mehr auf eine Erhöhung der Kapazitäten zielen, sondern müssen darauf ausgerichtet sein, dass der Skisport nachhaltiger wird. Ein allererster, winziger Schritt dahin gehend ist der Erhalt der bestehenden, in manchen Skigebieten nur mehr in sehr reduziertem Ausmaß vorhandenen Naturflächen.
Intakte gewachsene Wälder stellen einen wichtigen Kohlenstoffspeicher dar und sind daher zu erhalten. Sie können nicht durch neue Bäume ersetzt werden, da diese viel Wachstumszeit brauchen, um vergleichbar viel CO2 zu speichern.
Roland Plank, Sachverständiger für Klimaschutz des Dachverbandes für Natur- und Umweltschutz, der größten Umweltorganisation Südtirols, fordert daher: „Der Klimaplan Südtirol 2040 hebt die wichtige Bedeutung der Wälder klar hervor und schreibt vor die Umwidmungen von Waldflächen zu reduzieren. Wir fordern, dass ab sofort keine weiteren Wälder für den Bau neuer Pisten oder Aufstiegsanlagen zerstört werden dürfen.“
In diesem Zusammenhang geht die konkrete Forderung an die Kronplatz AG, auf das geplante Projekt des neuen Lorenziliftes inklusive Piste zu verzichten und die kleine Lärchen- und Zirbenwaldinsel inmitten der bestehenden Pisten zu bewahren.
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Comunicato stampa della Federazione Ambientalisti Alto Adige in occasione dell'inizio della stagione sciistica 2023/24
Lo sci deve diventare più sostenibile
In occasione dell'apertura della stagione sciistica 2023/2024, la Federazione Ambientalisti Alto Adige sottolinea la mancanza di sostenibilità nello sci. Lo sci è un grande sport e le aree sciistiche sono importanti per la nostra provincia. Tuttavia, questo sport ha un'impronta ecologica molto negativa, che è chiaramente in contrasto con gli obiettivi climatici ormai riconosciuti.
Affinché lo sci diventi sostenibile in futuro, dobbiamo ripensarci ora. Questo dovrebbe essere un obiettivo soprattutto per i gestori degli impianti sciistici, visto che il loro modello di business si dissolve con l'aumento di ogni decimo di grado Celsius.
La rete del Dolomiti Superski comprende già il triplo dei chilometri di piste (1500!) rispetto alle piste ciclabili segnalate dell'Alto Adige. La capacità degli impianti di risalita in Alto Adige è sufficiente per trasportare in un'ora più dell'intera popolazione. Le capacità sono quindi sufficienti per gli altoatesini e per l'attuale numero di ospiti. Un'ulteriore intensificazione del turismo non è certamente sostenibile e va quindi respinta.
I nuovi investimenti non devono quindi più essere finalizzati ad aumentare la capacità, ma devono essere orientati a rendere lo sci più sostenibile. Un primo, piccolo passo in questa direzione è la conservazione delle aree naturali esistenti, che in alcuni impianti sciistici sono oggi disponibili solo in misura molto ridotta.
Le foreste intatte e mature sono un'importante riserva di carbonio e devono perciò essere preservate. Non possono essere sostituite da nuovi alberi, che hanno bisogno di molto tempo per crescere e immagazzinare una quantità comparabile di CO2.
Roland Plank, esperto di protezione del clima presso la Federazione Ambientalisti, la più grande organizzazione ambientalista dell'Alto Adige, richiede quindi: "Il Piano clima Alto Adige 2040 sottolinea chiaramente l'importanza delle foreste e prescrive la riduzione dei cambi di destinazione d’uso delle superfici boschive. Chiediamo che non vengano più distrutte foreste per la costruzione di nuove piste o impianti di risalita con effetto immediato".
In questo contesto, si chiede specificamente al Plan de Corones di abbandonare il progetto previsto per il nuovo impianto di risalita Lorenzi inclusa la nuova pista sci e di preservare la piccola isola forestale di larice e pino cembro in mezzo alle piste esistenti.