Montag, 16. September 2024 09:46

Umweltverbände - PM Rekurs/Speicherbecken Antholz CS Ricorso Bacino Anterselva

Gemeinsame Pressemitteilung von Heimatpflegeverband Südtirol, Dachverband für Natur und Umweltschutz, Mountain Wilderness, Climate Action South Tyrol und Umweltring Pustertal


Olympia-Speicherbecken in Antholz: Umweltverbände reichen Rekurs ein

Keine Umweltverträglichkeitsprüfung, keine Strategische Umweltprüfung, Ignorieren offizieller Einsprüche und Schutzbestimmungen, Planen im Lawinenschutzgebiet, laxes Prüfen von alternativen Standorten und explodierende Kosten: Olympia macht das alles möglich, auch auf Kosten geschützten alpinen Waldes. Um dieser Praxis einen Riegel vorzuschieben haben der Heimatpflegeverband Südtirol, Dachverband für Natur und Umweltschutz, Mountain Wilderness und Climate Action South Tyrol gemeinsam mit dem Umweltring Pustertal Rekurs gegen das geplante Olympia-Speicherbecken in Antholz eingelegt. (testo ital. sottostante - Foto: HPV)

Das geplante Becken, mit einem Volumen von 31.500 Kubikmetern, würde das Landschaftsbild im hinteren Antholzertal erheblich beeinträchtigen. Zusätzlich soll ein großer Lawinenschutzdamm errichtet werden, da sich der Standort in einer Gefahrenzone befindet. Trotz zahlreicher Einsprüche von Bürgern und Umweltverbänden sowie Alternativen mit weniger gravierenden Eingriffen wurde das Projekt durch die Landesregierung und die Gemeinde Rasen-Antholz vorangetrieben.

Fehlende Umweltverträglichkeitsprüfung (UVP) und fehlende Strategische Umweltprüfung (SUP)
Bei Projekten wie im vorliegenden Fall muss laut Landesgesetzgebung eine Vorprüfung für eine Strategische Umweltprüfung gemacht werden. Im Falle der Ausweisung eines Sondernutzungsgebiets für das geplante Speicherbecken wurde das allerdings nicht gemacht, sondern einfach lapidar die Empfehlung des Technikers des Projektwerbers, es sei keine Strategische Umweltprüfung notwendig, ohne weitere Prüfung übernommen. Dabei wäre bei genauerer Durchsicht der technischen Unterlagen wahrscheinlich nicht nur eine SUP, sondern sogar eine Umweltverträglichkeitsprüfung für das Projekt selbst notwendig.

Einsprüche besorgter Bürgerinnen und Bürger und der Umweltverbände werden ignoriert
Kritisch zu sehen ist vor allem auch der Umgang der Gemeinde Rasen-Antholz mit offiziellen Einsprüchen besorgter Bürgerinnen und Bürger und der Umweltverbände. Sie wurden entweder damit abgetan, dass das Projekt aufgrund der olympischen Winterspiele ganz einfach notwendig sei, oder, trotz fristgerechter Einreichung, als „zu spät“ zurückgewiesen. Dieser fragwürdige Umgang mit Bürgerrechten führte sogar zum Einschreiten der Volksanwältin und zu einem Rundschreiben des Gemeindenverbandes.

Laxe Prüfung der Alternativen und Umgehung der Schutzbestimmungen
Dass es Alternativen zum geplanten Speicherbecken im Wald gibt, ist sogar in den Projektunterlagen nachzulesen. Auch, dass sie nie wirklich in Betracht gezogen wurden wird aus denselben Unterlagen klar. Wenn zum Beispiel das Kriterium „Gefahrenzonen“ lediglich als gering negativ eingeschätzt wird, obwohl sich der geplante Standort zum Großteil in einer Lawinengefahrenzone befindet und deshalb mit einem Lawinenschutzdamm gesichert werden müsste, so ist die Diskrepanz offensichtlich.
Dazu kommt noch, dass das geplante Projekt in mehreren Punkten unvereinbar mit dem Landschaftsschutzgesetz, dem Landschaftsplan der Gemeinde Rasen-Antholz und vor allem auch dem Landesklimaplan 2040 ist.

Der geplante Eingriff steht im Widerspruch zur Idee „nachhaltiger“ Olympiaspiele
Zu Beginn der Planungen für Olympia 2026 wurde mehrfach betont, dass für Olympia keine neuen Infrastrukturen und keine Zerstörung von naturbelassenen Landschaften notwendig sei.
Mit der Investition von über 50 Millionen Euro in den Neubau des Biathlonzentrums wurde dieser Grundsatz zwar schon verworfen, doch die Umweltverbände betonen: „Die Anlage eines Speicherbeckens mit Schutzwall in einem naturbelassenen Ökosystem steht dem für die olympischen Winterspiele wiederholt betonten Gedanken der Nachhaltigkeit diametral entgegen. Will man die Idee „nachhaltiger Spiele“ nicht gänzlich verwerfen so muss dieses Projekt eingestampft werden.“
Der Rekurs der Umweltverbände, vertreten von RA Dr. Ulrike Vent, wurde am 11.09.2024 an die Verwaltungsbehörden zugestellt. Die Entscheidung liegt nun beim Verwaltungsgericht Bozen.

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Comunicato stampa congiunto di Heimatpflegeverband Südtirol, Federazione Ambientalisti Alto Adige, Mountain Wilderness, Climate Action South Tyrol e Umweltring Pustertal

Bacino per l’innevamento artificiale di Anterselva: le organizzazioni ambientaliste presentano ricorso

In occasione delle olimpiadi Milano-Cortina 2026 ad Anterselva è stato pianificato un bacino per l’innevamento artificiale, l’iter di approvazione della nuova infrastruttura è carente, senza valutazione di impatto ambientale e valutazione ambientale strategica, nessuna considerazione delle raccomandazioni delle autorità competenti e della normativa ambientale, l’intervento è stato pianificato all’interno di aree con pericolo valanghivo, infine l’esame delle alternative è stato svolto superficialmente e i costi previsti sono esplosi. Per questi motivi il Dachverband, Mountain Wilderness, Climate Action, Heimatpflegeverband Südtirol e Umweltring Pustertal hanno presentato ricorso.

Il bacino idrico previsto avrà un volume di 31.500 metri cubi e di conseguenza un enorme impatto sul paesaggio della valle di Anterselva, ulteriormente amplificato dalla costruzione di una grande opera di protezione contro le valanghe. Nonostante le forti preoccupazioni espresse dai cittadini e dalle organizzazioni ambientaliste e nonostante ci fossero alternative molto meno negative per il paesaggio e per l’ambiente, il comune e la provincia hanno comunque deciso di approvare l’intervento.

Mancanza di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione ambientale strategica (VAS)
Nel caso di progetti con potenziale un impatto sull'ambiente deve essere effettuata la valutazione ambientale preliminare prevista dalla legge provinciale 17/2017. Nel caso di questo serbatoio, tuttavia, ciò non è stato fatto, ma è stata semplicemente accettata l’affermazione del progettista, secondo cui non sarebbe necessaria una Valutazione Ambientale Strategica senza alcun ulteriore approfondimento. Da un esame più attento dei documenti tecnici risulterebbero necessarie non solo la VAS ma anche la Valutazione di Impatto Ambientale.

Le osservazioni dei cittadini e delle organizzazioni ambientaliste sono state completamente ignorate
Il modo in cui il Comune di Anterselva non ha considerato le osservazioni dei cittadini e delle organizzazioni ambientaliste è motivo di grande preoccupazione. Infatti alcune obiezioni sono state respinte con l'argomentazione che il progetto è necessario per lo svolgimento delle Olimpiadi invernali, altre con la motivazione che non sarebbero state presentate entro i termini, nonostante fossero state presentate entro la scadenza ufficiale. Questa gestione antidemocratica dei diritti dei cittadini ha portato persino all'intervento del difensore civico e a una lettera presentata da tutte le associazioni al comune di Anterselva.

Esame superficiale delle alternative e elusione delle norme di protezione ambientale

Le alternative al bacino di accumulo elencate nei documenti di progetto, non sono mai state realmente prese in considerazione. La scelta è ricaduta in una zona con pericolo valanghivo, inspiegabilmente il progettista ha valutato questo aspetto solo come “leggermente negativo”, questo però comporterà la costruzione di un’opera antivalanghe, che impatterà ulteriormente sul paesaggio. Infine, l’intervento previsto è incompatibile con la legge provinciale 9/2018 “Territorio e paesaggio”, con il piano paesaggistico del Comune di Anterselva e con gli obiettivi del Piano Clima Alto Adige 2040.

L'intervento pianificato contraddice l’affermazione che i Giochi olimpici sono “sostenibili”
Nel dossier di candidatura per le Olimpiadi del 2026, è stato più volte sottolineato che non sarebbero state necessarie nuove infrastrutture. Con l'investimento di oltre 50 milioni di euro per l'ampliamento del centro di biathlon, questo proposito è venuto meno, inoltre la realizzazione di questo bacino con la relativa opera di protezione dalle valanghe, all’interno di un ecosistema naturale, è la dimostrazione che si vuole agire in maniera diametralmente opposta all'idea originale. Questo intervento, insieme a quelli di altre infrastrutture olimpiche, dimostra che il concetto di sostenibilità sia stato utilizzato per vincere la candidatura, ma poi è venuto meno, insieme all’ambizioso obiettivo di svolgere un’edizione sostenibile dei giochi olimpici.
Il ricorso delle associazioni ambientaliste, rappresentate dall'avvocato Ulrike Vent, è stato consegnato alle autorità amministrative l'11 settembre 2024. La decisione spetta ora al Tribunale amministrativo di Bolzano.