Die Landesregierung hatte 2019 angekündigt den Klimaplan zu überarbeiten, weil seit der letzten Version von 2011 sich Erderwärmung und internationale Vereinbarungen (das 1,5 Grad-Ziel von Paris) entscheidend verändert haben. Im Entwurf des überarbeiteten Klimaplans wird festgestellt, dass Südtirol seine bisher selbst gesteckten Ziele nicht erreicht hat. Bis Ende 2021 konnten alle Menschen in Südtirol über eine Internetseite ihre Vorschläge zum Klimaplan einbringen, im Februar 2022 setzt die Landesregierung eine Expert*innen-Gruppe ein. Dann wurde es recht still um Südtirols Klimaplan. Für die Sustainability Days im September ist ein erster allgemeiner Teil des Dokuments angekündigt. Climate Action, Dachverband für Natur- und Umweltschutz, Fridays for Future und Klima Club Südtirol fordern daher die Landesregierung auf endlich zu handeln.
Mut und Zuversicht vermitteln
„Wir brauchen so schnell wir möglich einen Klimaplan, der verbindliche und umfassende Maßnahmen in allen Bereichen enthält“, so Zeno Oberkofler von Fridays for Future. Der Plan müsse der Radikalität der Krise, in der wir uns befinden, gerecht werden. „Bei der Vorstellung des Entwurfs des Plans hat uns eine große Enttäuschung gepackt. Jetzt erwarten wir uns, dass durch einen ambitionierten und gut strukturierten Plan wieder Zuversicht in unsere Zukunft und Vertrauen in die Politik entsteht“, so Oberkofler.
Ein Klima-Sekretariat für die Landesverwaltung
Damit der Klimaplan kein toter Buchstabe bleibt, muss die Landesverwaltung mit ausgewiesenen zusätzlichen Expert*innen ausgestattet werden. „Wir fordern ein eigenes Klima-Sekretariat mit mindestens zehn Personen zur Umsetzung und Evaluierung aller Maßnahmen“, so Ruth Heidingsfelder von Climate Action. Das Klima-Sekretariat müsse unter anderem Gesetze, Verordnungen, Pläne und Projekte auf ihre Klimaverträglichkeit überprüfen sowie alle Menschen in Südtirol über den Klimawandel aufklären. „Climate Action ist bereit seinen Teil bei der Sensibilisierung von Jung und Alt zu übernehmen und arbeitet bereits an einer mehrjährigen Kampagne“, so Heidingsfelder.
Ja zur Sonne, nein zur Kernenergie
Der Klimaschutz gelingt dann, wenn Öl und Gas im Boden bleiben. „Südtirol muss heute das Datum festlegen, ab wann keine fossilen Brennstoffe mehr verbrannt werden“, fordert Thomas Egger vom Klima Club. Die Politik und Energieerzeuger setzten – obwohl die physikalischen Zusammenhänge hinreichend bekannt sind – weiterhin auf fossile Brennstoffe, wie das „Ökogas“ von Alperia. Stattdessen müssen die erneuerbaren Energien, allen voran die Photovoltaik, auch in Südtirol massiv ausgebaut werden. „Kurzfristig braucht Südtirol auch einen klaren Plan, wo wie viel Strom und Gas gespart werden kann, um die aktuelle Krise ökologisch und sozial abzufedern“, so Egger.
Es gibt viel zu tun: Packen wir es jetzt an!
„Ein verzögerter Klimaplan ist keine Freischein für Nichtstun“, so Madeleine Rohrer vom Dachverband für Natur- und Umweltschutz. Die Gemeinden haben mit dem Gemeindeentwicklungsprogramm heute schon ein Instrument in der Hand, Energie zu sparen und die Dörfer und Städte fit für den Klimawandel zu machen. Zum Beispiel: Ausbau von Fuß- und Radwegen sowie elektrisches Car-Sharing, Sanierung bestehender Gebäude und Bauen mit Holz, Anpassung der Straßen und Plätze an Hitzewellen und Starkregen durch Bäume und Sträucher. Und auch die Landesregierung ist heute schon gefordert. Nicht mehr zeitgemäß sind der Ankauf von Diesel-Bussen, der Ausbau von Skigebieten oder die öffentliche Finanzierung touristischer Attraktionen wie die Seilbahn Tiers. „Der Klimawandel ist eine ökologische und auch eine soziale Herausforderung. Umso schneller und kohärenter die Politik heute handelt, umso gerechter und friedlicher meistert Südtirol diese Krise“, so Rohrer.
v.li. Thomas Egger vom Klima Club, Ruth Heidingsfelder von Climate Action,
Madeleine Rohrer vom Dachverband für Natur- und Umweltschutz und Zeno Oberkofler von Fridays for Future
Appello congiunto di Climate Action, Federazione Ambientalisti Sudtirolesi, Fridays for Future e Klima Club Alto Adige.
È ora di agire
Emergenza idrica, il disastro sulla Marmolada, innumerevoli incendi boschivi e il luglio più caldo della storia. Le conseguenze negative del riscaldamento globale non possono più essere ignorate neanche qui da noi. Nello stesso tempo continuiamo ad aspettare un Piano Clima completo e vincolante.
Nel 2019, la giunta provinciale aveva annunciato l'intenzione di rivedere il piano climatico del 2011. La nuova bozza del piano clima afferma che l'Alto Adige non ha raggiunto nessuno degli obiettivi che si era prefissato. Fino alla fine del 2021, tutti i cittadini altoatesini hanno potuto presentare i loro suggerimenti per il piano climatico attraverso un sito web. Nel febbraio 2022 la giunta provinciale ha istituito un gruppo di esperti:e per integrare nel piano le proposte di cittadini:e. Poi è calato il silenzio sul Piano Clima. Ora è stato annunciato che una prima parte generale del documento verrà presentata ai Sustainability Days in settembre. Climate Action, la Federazione ambientalisti Alto Adige, Fridays for Future e Klima Club Südtirol chiedono alla giunta provinciale di agire subito.
Trasmettere coraggio e fiducia
"Abbiamo bisogno al più presto di un piano per il clima che contenga misure vincolanti e complete in tutti i settori", dichiara Zeno Oberkofler di Fridays for Future. Il piano deve rendere giustizia alla natura radicale della crisi in cui ci troviamo, ha detto. "Quando è stata presentata la bozza del piano, siamo stati presi da una grande delusione. Ora ci aspettiamo un piano ambizioso e ben strutturato per poter guardare al futuro con più fiducia", così Oberkofler.
Una segreteria per il clima all'interno dell'amministrazione provinciale
Affinché il piano climatico non rimanga lettera morta, l'amministrazione provinciale deve dotarsi di ulteriori collaboratori:collaboratrici ed esperte:i che accompagnino l'attuazione delle misure necessarie. "Chiediamo di instaurare una segreteria per il clima con almeno dieci persone per attuare e valutare tutte le misure", afferma Ruth Heidingsfelder di Climate Action. La segreteria per il clima avrebbe il compito di verificare la compatibilità di leggi, regolamenti, piani e progetti con il clima ed e di informare gli altoatesini sulla crisi climatica. "Climate Action è pronta a fare la sua parte nella sensibilizzazione di giovani e meno giovani e sta già lavorando a una campagna pluriennale", dichiara Heidingsfelder.
Sì al solare, no all'energia nucleare
Il petrolio ed il gas devono rimanere nel sottosuolo. "L'Alto Adige deve fissare oggi la data dalla quale non si bruceranno più combustibili fossili", chiede Thomas Egger del Klima Club. I politici e i produttori di energia continuano a fare affidamento sui combustibili fossili, come l’eco-gas di Alperia, anche se le conseguenze dell'uso di queste risorse sono sufficientemente note. Le energie rinnovabili, soprattutto il fotovoltaico, devono invece essere potenziate in modo massiccio anche in Alto Adige. "A breve termine, l'Alto Adige ha bisogno di un piano chiaro che indichi dove e quanta elettricità, quanto gas possono essere risparmiati, e dove, per attenuare l'attuale crisi dell'energia dal punto di vista ecologico e sociale", afferma Egger.
C'è molto da fare: affrontiamolo subito!
"Un piano climatico che procede a rilento non è un lasciapassare per non fare nulla", dichiara Madeleine Rohrer della Federazione ambientalisti Alto Adige. Con il programma di sviluppo comunale, i comuni hanno già in mano uno strumento per ridurre drasticamente il consumo energetico e per rendere paesi e città resilienti alle conseguenze della crisi climatica. Ad esempio, l'ampliamento dei percorsi pedonali e ciclabili e il car-sharing elettrico, la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione in legno, l'adattamento di strade e piazze alle ondate di calore e alle piogge abbondanti attraverso la piantumazione di alberi e arbusti. Invece l'acquisto di autobus diesel, l'ampliamento delle stazioni sciistiche o il finanziamento pubblico di attrazioni turistiche come la funivia di Tires non sono più al passo con i tempi. „Il cambiamento climatico è una sfida ecologica e soprattutto sociale. Meno aspettiamo a contrastare la crisi climatica in modo rapido e coerente, più l'Alto Adige riuscirà a gestire questa crisi in modo giusto e pacifico“, afferma Rohrer.