Donnerstag, 09. Juni 2022 06:50

DVN+HPV - PM Keine Spur vom Schotterplan | CS Nessuna traccia del piano delle cave

Medienmitteilung des Dachverbands für Natur- und Umweltschutz und des Heimatpflegeverbands zur mangelhaften Bürgerbeteiligung beim Abbau von Schotter

Keine Spur vom Schotterplan

Schottergruben sprießen in Südtirol derzeit wie Pilze aus dem Boden. Die Bevölkerung vor Ort fühlt sich meist nicht ausreichend informiert, wie das Beispiel Schnals zeigt. Der Dachverband für Natur- und Umweltschutz und der Heimatpflegeverband Südtirol stellen mit Bedauern fest, dass der von der Landesregierung im Februar dieses Jahres angekündigte Landesplan der Gruben, Steinbrüche und Torfstiche weiter auf sich warten lässt. (testo ital. sottostante)

Die Landesregierung hatte Mitte Februar über eine Medienmitteilung angekündigt, dass für Steinbrüche, Gruben und Torfstiche „gesetzliche Neuregelung angepeilt“ werden. „Zu diesem Zweck seien eine konfliktbereinigte Kartografie der Sand- und Schottervorkommen einschließlich aller wichtigen Informationen zu erstellen, ein Monitoring von Bedarf und Abbau einzuführen und die Abbaubedingungen zu überarbeiten“, so die Landesregierung. Der bisherige Landesplan für Steinbrüche, Gruben und Torfstiche ist 2015 abgelaufen. Seitdem fehlt ein vorausschauendes Konzept, also ein koordiniertes und am Bedarf orientiertes Vorgehen zum Abbau von Schotter etc. Ohne landesweiten Plan ist auch keine Bewertung möglich, wo in Südtirol wie viel Schotter abgebaut werden darf, damit die Bevölkerung nicht durch Lärm und Staub belastet wird, und wo der Abbau möglichst umweltverträglich und landschaftsschonend erfolgen kann.

Die Folge: Es fehlt eine plausible Erhebung des Bedarfs von Seiten des Landes. Die Unternehmen erarbeiten daher einzeln Projekte, reichen diese beim Land ein und diese werden einzeln, meist unabhängig voneinander überprüft und fallweise genehmigt. Die lokalen Notwendigkeiten werden nicht berücksichtigt und jedes Unternehmen versucht seine Schäfchen ins Trockene zu bringen. Auf dem Portal der Agentur für Umwelt und Klimaschutz wurden allein in der ersten Hälfte des Jahres 2022 rund ein Dutzend Projekte für Schottergruben bzw. Steinbrüche veröffentlicht. Zurzeit werden die Vorhaben geprüft in der Gemeinde Partschins für eine Dauer von 15 Jahren mehr als 170.000 m³ Marmor abzubauen. In Leifers, in unmittelbarer Nähe des Ortszentrums, soll für eine Dauer von 16 Jahren mehr als 200.000 m3 Porphyr abgebaut werden.

Der noch immer ausständige Grubenplan erschwert auch die Beteiligung und Einbeziehung der Menschen vor Ort. Die Unterlagen zu den Projekten werden zwar auf dem Portal der Agentur für Umwelt und Klimaschutz veröffentlicht und Interessierte können ihre Stellungnahmen abgeben, die betroffenen Gemeinden und der für Wirtschaft zuständige Landesrat verabsäumen es aber meist die Bürger*innen über die geplanten Projekte rechtzeitig zu informieren und ihre Möglichkeiten sich in das Genehmigungsverfahren einzubringen. Trauriges Beispiel dafür sind die beiden geplanten Gruben im Schnalstal. Bereits im Jahr 2020 mahnte die Volksanwältin, dass die Einbindung der betroffenen Bevölkerung in solchen Projekten von Anfang an zwingend vorgesehen werden muss.

Der Dachverband für Natur- und Umweltschutz und der Heimatpflegeverband fordern daher die Entscheidungsträger*innen auf allen Ebenen auf, die betroffenen Anrainer rechtzeitig einzubinden. An die Landesregierung richten sie den Appell, die angekündigte Überarbeitung des Grubenplans endlich abzuschließen.

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Comunicato stampa congiunto della Federazione Protezionisti Sudtirolesi/Dachverband für Natur- und Umweltschutz e di Heimatpflegeverband Südtirol sulla mancanza di partecipazione pubblica in tema di cave

Nessuna traccia del piano delle cave

In Alto Adige le cave di ghiaia stanno spuntando come funghi. Nella maggior parte dei casi la popolazione locale non si sente sufficientemente informata a riguardo, come dimostra il caso della Val Senales. La Federazione Protezionisti Sudtirolesi/Dachverband für Natur- und Umweltschutz e l'Heimatpflegeverband Südtirol constatano con rammarico che il piano provinciale delle cave e delle torbiere, annunciato dalla Giunta provinciale nel febbraio di quest'anno, continua a farsi attendere.

A metà febbraio la Giunta Provinciale ha annunciato tramite un comunicato stampa, che sono in corso di definizione nuove normative per le cave e le torbiere e che a tal fine verrà preparata una cartografia dei giacimenti di sabbia e ghiaia, comprensiva di tutte le informazioni più importanti, verrà introdotto un monitoraggio della domanda e dell'estrazione e verranno riviste le condizioni di estrazione. Il precedente piano provinciale per le cave è le torbiere ha perso vigore nel lontano 2015. Da allora è assente un concetto lungimirante, ovvero un approccio coordinato e orientato alla domanda per l'estrazione di ghiaia e pietra. Senza un piano a livello provinciale, inoltre, non è possibile valutare in quali zone dell'Alto Adige si possa effettuare estrazione in modo che la popolazione non sia oppressa da rumore e polvere, e dove l'estrazione possa avvenire nel modo più compatibile possibile con l'ambiente e con il paesaggio.

Il fatto è che non esiste una rilevazione plausibile dei bisogni da parte della Provincia. Di conseguenza le aziende estrattive sviluppano progetti individuali, li presentano alla Provincia e questi vengono esaminati singolarmente, di solito indipendentemente l'uno dall'altro, e approvati caso per caso. Le esigenze locali non vengono prese in considerazione e ogni azienda estrattiva cerca chiaramente di fare i propri interessi. Sul portale dell'Agenzia Provinciale per l'Ambiente e la Tutela del Clima solo nel primo semestre del 2022 è stata pubblicata circa una dozzina di progetti di cave o estrazioni di ghiaia. Attualmente, nel comune di Parcines si stanno esaminando progetti per estrarre più di 170.000 m³ di marmo per una durata di 15 anni. A Laives, nelle immediate vicinanze del centro cittadino, verranno estratti oltre 200.000 m3 di porfido per un periodo di 16 anni.

L'assenza del piano provinciale delle cave rende difficile la partecipazione e il coinvolgimento della popolazione locale. Sebbene i documenti sui progetti siano pubblicati sul portale dell'Agenzia Provinciale per l'Ambiente e la Tutela del Clima e le parti interessate possano presentare le loro osservazioni, i comuni interessati e l'assessore provinciale competente di solito non informano per tempo i cittadini sui progetti previsti e sulle loro possibilità di essere coinvolti nel processo di approvazione. Le due cave in progetto in Val Senales ne sono un triste esempio. Già nel 2020, il Difensore Civico ha ammonito annunciando che il coinvolgimento della popolazione interessata in tali progetti deve essere obbligatorio fin dalle prime fasi.

La Federazione Protezionisti Sudtirolesi/Dachverband für Natur- und Umweltschutz e l'Heimatpflegeverband invitano pertanto i responsabili a tutti i livelli amministrativi a coinvolgere per tempo la popolazione interessata e si appellano alla Giunta Provinciale affinché porti finalmente a termine l'annunciata rielaborazione del piano delle cave e delle torbiere.