Mittwoch, 22. Dezember 2021 12:18

PM/DVN+HPV - Landestourismusentwicklungskonzept 2030+ | Programma prov. per lo sviluppo del turismo 2030+

Gemeinsame Medienmitteilung des Dachverbandes für Natur- und Umweltschutz und des Heimatpflegeverbandes Südtirol zum angekündigten Landestourismusentwicklungskonzept 2030+

Nur Mut, liebe Landesregierung!

Heimatpflegeverband und Dachverband begrüßen die Bekundungen der Landesregierung, die touristische Entwicklung Südtirols krisenfest und klimatauglich machen zu wollen. Eine Obergrenze der Betten ist ein erster wichtiger Schritt dazu. Der von den Verbänden mehrmals eingeforderte Index für „Tourismusintensität“ (Übernachtungen pro Einwohner) ist endlich Maßeinheit und zeigt: Südtirol ist die dichteste Tourismusregion der Alpen. Reich an schönen Formulierungen, wirft das Konzept aber zahlreiche Fragen auf.
(testo ital. sottostante)

Das bisherige Leitmotiv der Tourismusstrategen, Südtirol zum „begehrtesten Lebensraum in Europa“ zu machen, ist dank dem Landestourismusentwicklungskonzept nun um ein Wort reicher: „begehrtester nachhaltiger Lebensraum“. Die Bedeutung der intakten Natur und Kulturlandschaft für die Gäste wird mehrmals betont. Erreicht werden soll dies – und das ist begrüßenswert - durch eine Obergrenze an Betten, einer Neubewertung der touristischen Entwicklung in allen Südtiroler Gemeinden und einer Förderung der kleinstrukturierten Familienbetriebe.

140 Betten sind nicht gleich Kubatur-Stopp und Klimaschutz
Allein die Anzahl der Betten eines Tourismusbetriebs sagt noch nichts über den Verbrauch von Boden und Energie aus. Diese Zahl von 140 Betten schließt Hotels mit überschaubaren Zimmern ein, aber auch Luxusressorts und um Skipisten am Dach qualitativ erweiterte Strukturen. „Die Landesregierung täte gut daran, verbindliche Kriterien, Indikatoren und ein Monitoring für die Landschafts- und Klimaverträglichkeit des Tourismus in diesem Konzept festzuschreiben“, so Claudia Plaikner, Obfrau des Heimatpflegeverbands. Stattdessen haben in Erwartung des notwendigen Bettenstopps viele Gemeindeausschüsse dem Druck nach neuen Tourismuszonen im Grünen nachgegeben. So dürfte Südtirol bald 250.000 Betten anstelle der heute 229.000 haben.

Bettenbörse braucht klare Regeln  
Das Tourismuskonzept des Landes sieht vor, dass die Gemeinden selbst die Kriterien zur Zuweisung der „frei“ gewordenen Betten festlegen. „Wenn Südtirol den Klimaschutz und den Erhalt der einzigartigen Natur wirklich ernst nimmt, muss das Land klare Kriterien vorgeben, um es den Gemeindepolitiker*innen zu ermöglichen unpopuläre, aber notwendige Entscheidungen zu treffen“, so Klaus-Peter Dissinger, Vorsitzender des Dachverbands für Natur- und Umweltschutz. Bettenbörse und Bettenstopp bauen übrigens auf den Übernachtungen von 2019 auf – also auf eine Fotografie des touristischen Rekordjahres schlechthin. Ausgenommen davon sind „Urlaub auf dem Bauernhof“, für den – so Plaikner und Dissinger – dieselben Bestimmungen gelten müssen. Es fehle außerdem eine klare Regelung von Airbnb, zum Beispiel eine Beschränkung der Dauer der Vermietung oder der Anzahl der Wohnungen pro Eigentümer.

Tagestourismus: Gemeinden sind keine Inseln
Die Gäste machen nicht an den Grenzen der Gemeinden halt. Die Folgen für Mensch und Umwelt, wie motorisierter Individualverkehr, Lärm und Luftverschmutzung sowie Müll, betreffen insbesondere die Sehenswürdigkeiten. Der neu eingeführte Index der Tourismusintensität und der Index der Tourismusdichte (Betten pro Fläche der Gemeinde) betreffen nur die Übernachtungen, aber nicht den Tagestourismus. Entscheidende soziale und ökologische Probleme, wie Stau und Zerstörung der Artenvielfalt, werden so ausgeblendet. Eine ausschließliche Diskussion über die Anzahl der Betten pro Gemeinde greift daher zu kurz.

„Das angekündigte Landestourismusentwicklungskonzept 2030+ könnte eine gute Grundlage sein, den Tourismus in Südtirol krisenfest und klimafreundlich aufzustellen. Die Landesregierung muss allerdings eindeutige Rahmenbedingungen schaffen und konsequent die selbst gesteckten Ziele im Klima-, Natur- und Landschaftsschutz umsetzen,“ so Plaikner und Dissinger. Die Landesregierung hat die Genehmigung des Konzepts einstweilen verschoben. „Wir hoffen auf eine Nachbesserung. Nur so wird Südtirol wirklich zum begehrtesten nachhaltigen Lebensraum – für Gäste und, noch wichtiger, für uns alle!“

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Comunicato stampa congiunto della Federazione Protezionisti Sudtirolesi e dell'Heimatpflegeverband Südtirol sul nuovo programma provinciale per lo sviluppo del turismo 2030+

Coraggio, caro governo provinciale!

L’Heimatpflegeverband (Federazione provinciale per la tutela del paesaggio e per la storia e le tradizioni locali) e la Federazione Protezionisti Sudtirolesi accolgono con favore le dichiarazioni della giunta provinciale per rendere lo sviluppo turistico dell'Alto Adige a prova di crisi e a prova di clima. L’introduzione di un limite massimo dei letti è un primo passo importante in questa direzione. L'indice di "intensità turistica" (numero di pernottamenti per abitante), che le associazioni hanno chiesto più volte, è finalmente diventata un'unità di misura concreta e dimostra come l'Alto Adige sia la regione alpina a più alta densità turistica. Pur essendo ricco di belle formulazioni, tuttavia, il nuovo concetto di sviluppo turistico solleva numerose domande.

Il precedente leitmotiv degli strateghi del turismo, fare dell'Alto Adige lo "spazio vitale più ambito d'Europa", ha ora una parola in più grazie al concetto di sviluppo turistico regionale: "spazio vitale sostenibile più ambito". Più volte viene sottolineato l'importanza di un paesaggio naturale e culturale intatto per gli ospiti. Questo obiettivo deve essere raggiunto – cosa molto positiva - con un limite massimo di posti letto, una rivalutazione dello sviluppo turistico in tutti i comuni altoatesini e una promozione delle piccole imprese familiari.

140 letti non significano automaticamente uno stop all’aumento di cubatura e protezione del clima
Il solo numero di letti non dice nulla sul consumo di suolo e di energia da parte di un'impresa turistica. Questa cifra di 140 letti comprende hotels con numero consono di camere, ma anche resort di lusso e strutture qualitativamente ampliate tali da includere piste da sci sul tetto. "La giunta provinciale farebbe bene a stabilire criteri vincolanti, indicatori e norme per il monitoraggio della compatibilità paesaggistica e climatica del turismo", afferma Claudia Plaikner, presidente del Heimatpflegeverband. Invece, in previsione del necessario congelamento dei posti letto, molte giunte comunali hanno ceduto alla pressione per la realizzazione di nuove zone turistiche nel verde. Di conseguenza, l'Alto Adige avrà presto 250.000 posti letto invece degli attuali 229.000.

Il ricollocamento dei letti all’interno dei comuni ha bisogno di regole chiare  
Il programma provinciale prevede che siano i comuni stessi a determinare i criteri di distribuzione dei letti che diventano "nuovamente assegnabili" in quanto appartenenti a strutture dismesse. "Se l'Alto Adige prende davvero sul serio la protezione del clima e la conservazione della sua straordinaria natura, la giunta provinciale deve stabilire criteri chiari per permettere agli amministratori comunali di prendere decisioni impopolari, ma necessarie", sostiene Klaus-Peter Dissinger, presidente della Federazione Protezionisti Sudtirolesi. Inoltre, la riassegnazione del numero di letti e il congelamento dei letti si basano sui pernottamenti del 2019 - ossia su una fotografia dell'anno turistico record per eccellenza. Ne sono escluse le strutture agrituristiche "vacanze al maso – Urlaub auf dem Bauernhof", per le quali - secondo Plaikner e Dissinger - si dovrebbero applicare le stesse regole. Sono inoltre assenti chiari regolamenti per Airbnb, per esempio un limite alla durata degli affitti o al numero di appartamenti per proprietario.

Turismo giornaliero: i comuni non sono isole
Gli ospiti non si fermano ai confini comunali. Le conseguenze per le persone e l'ambiente, come il traffico individuale motorizzato, l'inquinamento acustico e atmosferico e la produzione di rifiuti, colpiscono soprattutto le località turistiche. L'indice di intensità turistica e l'indice di densità turistica (posti letto per superficie del comune) riguardano solo i pernottamenti, ma non il turismo dato da ospiti giornalieri. Problemi sociali ed ecologici cruciali, come la congestione del traffico e la distruzione della biodiversità, vengono così ignorati.

"Il programma provinciale per lo sviluppo del turismo 2030+ potrebbe essere una buona base per rendere il turismo in Alto Adige a prova di crisi e rispettoso del clima. Tuttavia, è necessario che la giunta provinciale crei chiari criteri guida e metta in pratica in modo sistematico provvedimenti e obiettivi che si è posta nell’ambito di protezione del clima, della natura e del paesaggio", dichiarano Plaikner e Dissinger. "Auspichiamo che il rinvio comporti un miglioramento del programma. Solo in questo modo l'Alto Adige potrà diventare davvero lo spazio vitale sostenibile più desiderato - per gli ospiti e, soprattutto, per tutti noi!"

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