Donnerstag, 27. Januar 2022 13:28

CIPRA Int. - PM Olympische Winterspiele 2026 | CS Olimpiadi invernali 2026

Von Nachhaltigkeit keine Spur - In Kürze starten die Olympischen Winterspiele in Peking. Dies bringt auch die Pläne für Italiens vermeintlich «grünen» Winterspiele von Mailand und Cortina 2026 in die Kritik. Die Internationale Alpenschutzkommission CIPRA fordert in einem offenen Brief an das Internationale Olympische Komitee (IOC), die geplanten Bauprojekte für Cortina zu überdenken und zu verkleinern.

(testo ital sottostante)

Die Erfahrungen der letzten Jahrzehnte haben gezeigt, dass die Alpen als Austragungsort für Grossveranstaltungen wie die Olympischen Spiele ungeeignet sind. Selbst bei den letzten Winterspielen in den Alpen, 2006 in Turin, blieben die Regionen mit hohen Schulden und ungenutzten Sportstätten zurück. Die lokale Bevölkerung ist sich heute dieser negativen Auswirkungen bewusst. Volksbefragungen in den Schweizer Kantonen Wallis und Graubünden, im österreichischen Tirol sowie in Salzburg und in München/D zeigten, dass grosse Teile der Alpenbevölkerung nicht mehr bereit sind, die negativen Folgen der Olympischen Winterspiele hinzunehmen.  Italien hat den Zuschlag für die Olympischen Winterspiele 2026 erhalten ohne ein Referendum durchzuführen.

In einem offenen Brief fordert die CIPRA das IOC und das italienische Olympische Komitee dazu auf, die Pläne für die Winterspiele Mailand Cortina 2026 zu überdenken. Mit ihrer «Agenda 2020» wollte sich das IOC um mehr Transparenz und Nachhaltigkeit bemühen: Es solle keine Bauruinen und öffentliche Schulden mehr geben, so das Versprechen. Die tatsächlichen Pläne für die Winterspiele 2026 zeichnen ein anderes Bild.  Prominentestes Beispiel ist der geplante Bau einer neuen Bobbahn in Cortina mit Kosten von mindestens 60 Millionen Euro, obwohl es kostengünstigere und umweltschonendere Alternativen gibt. Die Austragung einzelner Bewerbe könnte etwa im Eiskanal von Innsbruck-Igls/A stattfinden.
Italienische Umweltverbände üben daher Kritik an den Plänen rund um Sportstätten und weitere Bauprojekte in Verbindung mit den Olympischen Winterspielen 2026, die nur für kurze Zeit genutzt würden – inmitten der UNESCO-Welterberegion der Dolomiten. Vanda Bonardo, Präsidentin von CIPRA Italien meint dazu: «Die Art und Weise der Austragung olympischer Winterspiele muss drastisch überdacht werden, angefangen bei all den überdimensionierten Infrastrukturbauten. Wenn das jetzt nicht gelingt, sollte der Alpenraum (dafür) nie wieder in Betracht gezogen werden»

Projekte überdenken, Massnahmen reduzieren
Ein Dossier und das Positionspapier der CIPRA zeigen auf, weshalb die Winterspiele in ihrer derzeitigen Form in den Alpen keinen Platz mehr haben. Die CIPRA fordert, dass die Fehler der Vergangenheit nicht wiederholt werden, sondern die Bedürfnisse der betroffenen Gebiete und die Anliegen ihrer Bewohner:innen ernst genommen u werden sollten.

Die CIPRA bekräftigt ihre Position, dass der Alpenraum nicht als Austragungsort für derartige Veranstaltungen genutzt werden darf, wenn nicht ein Umdenken in Bezug auf den Ressourceneinsatz bei der Vorbereitung und Durchführung erfolgt. Nachhaltige Olympische Winterspiele sollten weitaus weniger Disziplinen und Personen direkt vor Ort einbeziehen und regelmässig nur in klimatisch geeigneten Gebieten der Welt in bestehenden Anlagen stattfinden.

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Olimpiadi invernali 2026: non c’è traccia di sostenibilità

Tra breve inizieranno le Olimpiadi invernali di Pechino. È un’occasione per riesaminerete criticamente i piani per i Giochi invernali cosiddetti “verdi” di Milano e Cortina 2026. In una lettera aperta al Comitato Internazionale Olimpico (CIO), la CIPRA Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, chiede che i progetti programmati per Cortina siano riconsiderati e ridimensionati.
Le esperienze degli ultimi decenni hanno evidenziato che le Alpi non sono adatte a ospitare grandi eventi come i Giochi Olimpici. Già gli ultimi Giochi invernali svoltisi nelle Alpi, a Torino nel 2006, hanno lasciato un’eredità di debiti elevati agli enti locali e impianti sportivi inutilizzati. La popolazione locale ha preso coscienza di questi effetti negativi. I referendum nei Cantoni svizzeri del Vallese e dei Grigioni, nel Tirolo austriaco, così come a Salisburgo e Monaco di Baviera/D, hanno dimostrato che gran parte della popolazione alpina non è più disposta a subire le conseguenze negative delle Olimpiadi invernali. L’Italia ha ottenuto la candidatura per le Olimpiadi invernali del 2026 senza indire un referendum.

In una lettera aperta, la CIPRA chiede al CIO e al Comitato Olimpico Italiano di riconsiderare i piani per i Giochi Invernali di Milano Cortina 2026. Con la sua “Agenda 2020”, il CIO si è impegnato per una maggiore trasparenza e sostenibilità: non ci dovrebbero più essere strutture inutilizzate e debito pubblico, questo l’impegno sulla carta. I progetti reali per i Giochi invernali del 2026 delineano tuttavia un quadro diverso. L’esempio più evidente è la prevista costruzione di una nuova pista da bob a Cortina, con un costo di almeno 60 milioni di euro. Nonostante ci siano alternative più economiche ed ecologiche, ad esempio facendo disputare le gare di bob e slittino sulla pista esistente di Innsbruck-Igls/A.

Le associazioni ambientaliste italiane criticano i progetti per gli impianti sportivi e le altre pesanti infrastrutture per le Olimpiadi invernali del 2026. Strutture destinate ad essere utilizzate solo per un breve periodo e situate al centro delle Dolomiti, regione patrimonio mondiale dell’UNESCO. Vanda Bonardo, presidente della CIPRA Italia, afferma: “Se non si riconsiderano drasticamente le modalità di svolgimento delle Olimpiadi invernali – a partire dalle infrastrutture direttamente o indirettamente collegate ai Giochi – la regione alpina non dovrebbe più essere presa in considerazione come sede di tali eventi”.

Ripensare i progetti, ridimensionare gli interventi
Un dossier e una presa di posizione illustrano perché i Giochi invernali non possono più trovare spazio nelle Alpi. La CIPRA chiede che non si ripetano gli errori del passato, ma che si prendano seriamente in considerazione le esigenze delle regioni coinvolte e le ragioni dei loro abitanti.
La CIPRA ribadisce la propria posizione, secondo cui la regione alpina non dovrebbe essere utilizzata come sede di tali eventi – almeno finché non si affermerà un chiaro ripensamento sull’uso delle risorse nella preparazione e nello svolgimento dei Giochi. Per essere realmente sostenibili i Giochi olimpici invernali dovrebbero comprendere meno discipline e prevedere l’affluenza di un numero di persone di gran lunga inferiore; dovrebbero inoltre essere ospitati esclusivamente in aree climaticamente idonee e prevedere l’utilizzo di strutture esistenti.