Das Brixner Becken war einst bedeckt von Auwäldern. Diese sind in den letzten Jahrtausenden und Jahrhunderten nach und nach Siedlungs- und Landwirtschaftsgebiet gewichen. Die kleinflächigen Auwaldreste sind daher kümmerliche Überbleibsel. Jegliche weitere Reduzierung dieser Flächen sollte im 21. Jahrhundert eigentlich Tabu sein. Die besagten Flächen sind von fundamentalem Wert für die heimische Flora und Fauna.
Wir möchten in diesem Zusammenhang daran erinnern, dass Pflanzen- und Tierarten von Feuchtlebensräumen sehr starke Rückgänge hinnehmen mussten und vielfach stark gefährdet sind. Unter anderem wurde uns aus dem Gebiet ein Vorkommen des Kleinspechtes gemeldet. Dieser ist in Südtirol stark gefährdet, Brutvorkommen gibt es nur bei Bruneck und Brixen. Insgesamt konnten im Waldstück 64 Vogelarten beobachtet werden. Von 29 Arten konnte eine Brut im Gebiet nachgewiesen werden. Gefährdet sind davon der Grauschnäpper, der Wendehals, der Grauspecht, die Nachtigall, der Waldlaubsänger und der Wiedehopf.
Die verbliebenen Auwaldreste in der Talsohle sind außerdem wichtige Trittsteinbiotope für zukünftige Biotopvernetzungsmaßnahmen in der Brixner Talsohle – einen Prozess den die Europäische Union seinen Mitgliedsstaaten vorschreibt.
Wir möchten auch daran erinnern, dass im Zuge des Projektes StadtLandFluss im Gebiet Renaturierungsmaßnahmen durchgeführt worden sind, zumal durch die Eingrabung des Eisackes der Wasserspiegel derzeit zu niedrig ist.
Wir schlagen vor, die Fläche als Biotop auszuweisen. Es zeigt sich leider immer wieder, dass nur durch Unterschutzstellungen einer Degradierung und Zerstörung wertvoller Flächen vorgebeugt werden kann.
Schlussendlich sei auch darauf verwiesen, dass sich die Stadt Brixen durch ihre Auszeichnung als Alpenstadt des Jahres 2018 verpflichtet, sich für eine naturverträgliche Entwicklung in der Gemeinde einzusetzen.
Mit freundlichen Grüßen
Andreas Hilpold - Vorsitzender der Umweltgruppe Eisacktal – Hyla
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Gentile Sindaco, gentile Assessore per l'ambiente, gentili membri del Consiglio comunale di Bressanone
Gentili rappresentanti dei media
Ci è stato riferito che l'ultimo frammento rimasto di bosco ripariale presente nella zona industriale di Bressanone verrà ridotto sensibilmente mediante una decisione della Giunta e del Consiglio comunale.
L'Associazione ambientale della Valle Isarco si esprime in modo deciso contro la riduzione di questo bosco.
Il bacino di Bressanone un tempo era coperto di boschi ripariali. Questi hanno fatto posto nel corso dei secoli a zone d'insediamento e d'agricoltura. I pochi resti di boschi ripariali rimasti sono perciò vestigia striminzite. Ogni ulteriore riduzione di queste aree dovrebbe essere un tabù nel 21° secolo perchè sono di fondamentale importanza per flora e fauna locali. Vorremmo ricordare in questo contesto che le speci di piante e animali di zone umide hanno visto una riduzione notevole e tante di loro sono in grave pericolo d'estinzione. Fra l'altro ci è stato segnalato nel bosco citato la presenza del Picchio rosso minore che in Alto Adige è fortemente minacciato. Quest'uccello nidifica soltanto a Brunico e a Bressanone. In totale son state trovate 64 specie di uccelli nell’area, di cui 29 nidificando. Sei di questi son minacciate in Alto Adige (Pigliamosche, Torcicollo, Usignolo, Picchio cenerino, Luì verde e Upupa).
I resti di boschi ripariali nel fondovalle sono inoltre importanti habitat per futuri corridoi biologici nel bacino di Bressanone – un processo che l'Unione europea prescrive ai suoi stati membri.
Vorremmo anche ricordare che nel corso del progetto CittàPaeseFiume sono previste misure di rinaturalizzazione per quest'area poichè a causa dell'interramento dell'Isarco il livello dell'acqua è attualmente troppo basso.
Noi proponiamo di realizzare le misure di rinaturalizzazione previste con rispetto alla presenza del Picchio rosso minore e dichiarare l'area come biotopo. Si è mostrato più volte che solo mettendo sotto protezione le zone naturali preziose si possono evitare il loro danneggiamento.
Infine facciamo notare che la città di Bressanone si è impegnata con il riconoscimento di Città alpina dell'anno 2018 per uno sviluppo rispettoso verso la natura.